L'Interno del Duomo

L'interno della cattedrale è costituito da tre navate divise da due file di colonne monolitiche.
Le 18 colonne sono diverse tra loro per materiale struttura ed altezza, 16 di loro sono realizzate in marmo cipollino di colore grigio, e due, situate sulla sinistra entrando, sono realizzate con marmo bianco.
I capitelli per la maggior parte rovinati sono di tipo corinzio, tranne uno, il primo sul lato Sud, che è di stile ionico. Si tratta quindi certamente di materiale di spoglio proveniente da templi romani e recuperati insieme ai capitelli.
I tre soli capitelli che non sono materiale di spoglio presentano la caratteristica di essere scolpiti solo sulla parte rivolta alla navata centrale.
L'interno della cattedrale è caratterizzato anche dal fatto di non avere alcuna sovrastruttura o decorazione, in quanto certamente l'intonaco, originariamente affrescato, nelle epoche successive fu ricoperto da stucchi di diverso genere.
E' infatti l'essenzialit  il motivo dominante nella parte più antica della chiesa, dove anche le finestre non sono altro che delle semplici aperture nel muro prive di alcuna decorazione.
Le coperture delle navate sono realizzate con semplice legno a vista, mentre le volte dove e situato l'altare sono realizzate in pietra tufacea.
Il pavimento e in grossi lastroni di pietra calcarea e si innalza in prossimità  dell'altare (transetto) al cui superiore livello si accede tramite cinque scalini

I DETTAGLI DELLA CATTEDRALE

ACQUASANTIERA

All'Interno subito dopo la porta di ingresso posizionati a destra e a sinistra, si trovano due leoni che fanno da base alle acquasantiere del XVI secolo. Secondo alcuni sembra che abbiano la funzione di custodi del tempio.

CAPPELLA DELLA FONTE BATTESIMALE

La cappella che risulta addossata alle mura principali sembra essere stata realizzata in un secondo momento. Ha uno stile tipicamente gotico e sembrerebbe realizzata nel secolo XIV, tesi avvalorata anche dalle tracce di affreschi trecenteschi.
Scopo della cappellina era quello di promuovere, molto probabilmente, il culto di San Cristoforo, poichè nel medioevo al santo si attribuiva una funzione di protezione da uno dei mali più temuti, quale la morte senza la confessione.
Ad oggi la piccola cappella svolge la funzione di battistero con la sua grande vasca battesimale presumibilmente del XII secolo, sistemata al centro della cappella.

NICCHIA MADONNA CON BAMBINO

La scultura in pietra di tufo e malta posta sulla parete, per il suo atteggiamento rigido, fa pensare alla antica Chiesa Longobarda, sulla quale e stata costruita la cattedrale

TOMBA DI ORTENSIO GIAQUINTO

La tomba e costituita da una cassa sul cui coperchio inclinato in avanti e scolpito in bassorilievo la figura del defunto che indossa la toga, con la sinistra tiene un libro e con la destra si mantiene il capo. Sul frontale e anche scolpito lo stemma, che raffigura uno scorpione con la luna in alto, e due stelle.
Nella parte inferiore tra due pilastri e racchiusa una epigrafe che tradotta significa "A Dio Ottimo Massimo A Ortensio Giaquinto Dottore che degnissimo del padre espertissimo dottore e dello zio paterno religiosissimo vescovo nella Santa Romana Chiesa di Telese e di tutti i suoi maggiori uomini nobili, fio per virtù e per ingegno. Visse anni trenta. Alberico Giaquinto fece a suo fratello di beata memoria. Lo stesso piamente deliberando per le anime di tutti i suoi defunti nel 1590 assegnò in perpetuo ogni anno cinque denari d'oro a questo altare dai beni dei suoi ad Alberico e dei suoi eredi, perchè si celebri un servizio divino in loro suffragio nel giorno della morte una volta alla settimana.

TOMBA DI LUDOVICO ALOIS

L'scrizione riportata sulla tomba farebbe supporre l'esistenza di un grande monumento di  cui oggi però mancano le tracce.

CAPPELLA DEL ROSARIO

Fatta costruire nel XVII secolo sotto il vescovo Schinosi, è l'unica superstite di 4 cappelle barocche che si aprivano sul lato Nord della Cattedrale, tutte distrutte a seguito della demolizione del 1920.
La cappella e dedicata alla Madonna del Rosario, e l'nterno è alquanto spoglio, ma da quando si sa un tempo l'intera cappella doveva essere affrescata.
Sopra l'altare, di stile barocco ad intarsi, e situata una tela raffigurante la Vergine , un'opere di ignoti dei primi del settecento, e le pareti ai lati della tela sono completamente affrescate con ricche decorazioni, anche queste, di tipo barocco.

TOMBA DI GIUSEPPE SCHINOSI

Al centro della cappella del Rosario si trova la tomba del vescovo Giuseppe Schinosi, da lui stesso preparata 18 anni prima di morire.
Giuseppe Schinosi a cui si deve anche la costruzione della stessa cappella del Rosario, era di Bisceglie e fu nominato vescovo dal Papa Innocenzio XII. La sua tomba reca un'iscrizione che letteralmente tradotta: "A Dio Ottimo massimo, Giuseppe Schinosi il più umile dei vescovi, il più grande dei peccatori, cosciente che gli sarebbe rimasto soltanto il sepolcro, mentre era ancora in vita ha preparato questo ai suoi resti mortali nel 1716 dal parto della vergine. Morì nel giorno 14 di Settembre dell'anno del Signore 1734.

SACRA OLEA

Nella stessa cappella del Rosario, sulla sinistra, e murato un rettangolo in marmo tutto scolpito in bassorilievo.
Nella parte superiore del rettangolo sono scolpite le parole Sacra Olea, e sono raffigurati due angeli che con le ali spiegate danno fiato alle tombe, altri quattro angeli con le ali spiegate e le mani giunte sono rivolte verso la porticina, la quale e sostenuta da due putti.
Questa lastra di marmo probabilmente doveva appartenere ad un antico ciborio, forse del 1300. Ad oggi è stata utilizzata per la conservazione degli oli santi.

AFFRESCO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE

Delicatissimo affresco di scuola senese del 1300, per la sua collocazione fa pensare che l’intera zona fosse affrescata, poi distrutti dalle sovrastrutture dei secoli a seguire.
Nell'affresco la Vergine regge sulle ginocchia il Bambino che reca nella mano sinistra un rotolo e con la destra e intento a benedire.
Adiacente al disegno, si nota un cucciolo di leone che dorme e sulla parete, schiacciato dalla colonna si nota un serpente con la testa quasi umana. La presenza di questo tipo di materiale di spoglio fa pensare che alcune parti possano provenire da chiese cristiane.

TOMBA DI GIACOMO CELIANO

La lastra di marmo posta a terra nella navata centrale, reca sopra un’epigrafe che tradotta: “Giacomo Celiano, medico, fece per se e per i figli questo sepolcro, nel quale vieta la sepoltura solo alle donne. Nell'anno della salvezza1542
Con questa epigrafe si deduce che lo stesso abbia vietato la sepoltura in quella tomba solo alle donne, onde evitare che il sepolcro potesse passare ad altra casata.

TOMBA DI ANTONIO FALANGOLA

Il sepolcro originariamente doveva trovarsi nella cappella del Rosario ma in seguito a lavori di restauro ne fu persa la memoria e fu collocato nell'attuale posizione, al centro della navata centrale.
La pietra tombale del vescovo Antonio Falangola, che esercito molto santamente il suo ufficio per quasi 25 anni, fu posta dal fratello Filippo Falangola in suo ricordo.

IL PULPITO

Il pulpito costruito nel periodo dal 1604-1616 dal vescovo Gentile e un assemblaggio di antichi amboni del Vescovo Stabile. Ed a conferma di ciò basta leggere la scritta sulla lastra in alto, che per quanto possa essere rovinata ci rivela l'epoca del mosaico (1213).
Le cinque colonne in fattura barocca sono di marmo cipollino con capitelli diversi tra loro. Tre sono realizzati con semplici foglie, mentre i capitelli prospicienti la navata centrale hanno diverse figure scolpite sopra.
Il mosaico e un piccolo gioiello nel suo insieme, e sembra addirittura un merletto. Vi dominano le stelle a quattro sei ed otto punte.
All'inizio della scaletta di accesso, sul lato posteriore, vi è la figura di un Ebreo, con intorno al petto attorcigliato un serpente. Ancora quindi figure che rimandano alla simbologia della chiesa cristiana.

ALTARI PADRONALI

Sono dei rettangoli di marmo, che si presume siano stati ricordi di altari patronali o anche le tombe delle rispettive famiglie. Vediamo le iscrizioni per ogni singola lapide ed il loro significato.

  • Famiglia Gentile

    Recita così "A ricordo: in questo luogo vi era l'altare della famiglia Gentile eretto in onore di S. Antonio di Padova con l'onore di celebrarvi ogni anno 92 Messe dai Canonici, che per decreto del vescovo Mandino fu trasferito nell'altare di San Michele. Per ciò è stato eretto questo ricordo nel mese di Maggio dell'anno del Signore 1597.

    1. Famigli Farina

    Recita così:  "A ricordo del fatto: In questo luogo vi era l'altare della famiglia Farina, in onore di S. Maria con l'onore di celebrarvi ogni anno 23 messe dai Canonici che per decreto vescovo Mandino fu trasferito sull'altare di S. Caterina. Pertanto è stato eletto questo ricordo nel mese di Maggio dell'anno del signore 1597.

    1. Famiglia Crauso

    Recita così: "A ricordo del fatto: In questo luogo vi era l'altare eletto dalla famiglia Crauso in onore di tutti i santi con l'onere di celebrarvi 42 messe che per decreto del vescovo Mandino fu trasferito nell'altre di S. Caterina. Pertanto è stato eretto questo ricordo dai Canonici nel mese di Maggio dell'anno del Signore 1597.

    1. Famigli Giaquinto

    Recita così: "L'altare qui dedicato per le famiglie  Giaquinto al corpo di Cristo con l'onere di 55 messe all'anno  è stato trasferito con decreto dal Vescovo Mandino nell'altare di S. Angelo.

    1. Famigli Errico

    Recita così "La cappella della famiglia Errico in onore di S. Maria delle Grazie fu trasferita nella cappella di S. Caterina dalla famiglia Sparano con l'onere di Celebrarvi ogni anno 20 Messe.

    1. Famiglia Cerreto

    Recita così "La cappella della famiglia Cerreto in onore di S. Giovanni fu trasferita nella capella di S. Caterina dalla famiglia Sparano con l'onore di Celebrarvi ogni anno 12 Messe.

    1. Famiglia Canciano

    Recita così "A ricordo del fatto: In questo luogo vi era l'altare eletto dalla famiglia Canciano in onore della Natività  della Vergine con l'onere di celebrarvi 19 messe che per decreto del vescovo Mandino fu trasferito nell'altre di S. Maria Maddalena, è stato eretto questo ricordo dai Canonici nel mese di Maggio dell'anno del Signore 1597.

     

    LAPIDE DI MARCO ANTONIO ALOIS

    Nella parte superiore dell'altre padronale dei Crauso è sistemata la lapide di Marco Antonio Alois, fra due stemmi con leone rampante.

    TOMBA DEL VESCOVO MARTONO

    Il sarcofago del vescovo Giacomo Martono, è sostenuto da 4 colonne, ed  è coperto con una lastra di marmo inclinata in avanti, dove finemente scolpita a bassorilievo, e visibile la figura del vescovo. Sul frontale del sarcofago sono scolpite, sempre in bassorilievo, le figure di Gesù, Maria, e San Giovanni, e tra ogni figura e presente la figura di un angelo.
    Tutti gli affreschi interni ed esterni al baldacchino si attribuiscono alla scuola napoletana di Simone Martini.
    Sulla destra del sarcofago cè una lapide che ricorda la concessione di 40 giorni di indulgenza plenaria a chi farà  visita al Duomo nel giorno di S. Michele (29 Settembre).

    TOMBA DI DE LA RATH

    Francesco De La Rath, mori a 41 anni il 23 Aprile del 1359, e il sarcofago fu innalzato dalla moglie Caterina e dai figli.
    Il sarcofago è composto da un baldacchino e dal sarcofago vero e proprio.
    Sul sarcofago nella parte anteriore e possibile vedere altri tipi di sculture a bassorilievo raffiguranti la Madonna, Gesù e S. Giovanni. Mentre sul coperchi scolpita vi è la figura del conte.
    Anche in questo sarcofago il richiamo al simbolismo cristiano e più che chiaro.

  • CERO PASQUALE

    La fattura del cero e da imputarsi intorno al 1300. In origine forse era collocato nel corpo della chiesa, dove era più sotto mano durante le celebrazioni Pasquali.

    SAN MICHELE

    La Statua monolitica, scolpita nella pietra del Gargano che risale agli inizi del XVI secolo. Ritrae il santo nella sua figura classica, dove schiaccia il demonio e brandisce la spada per abbattersi sull'animale ai suoi piedi.
    Ad oggi la statua e conservata nella sacrestia.

    PAVIMENTO IN MOSAICO

    Il pavimento antistante l'altre e composto a mosaico. Può farsi risalire al 1213, ed e diviso in 8 riquadri, tutte con delle figure di animali, tra cui cui l'aquila che potrebbe essere il simbolo di Federico II, poichè il conte Di Lauro ne sposo la figlia.

    ALTARE e CUPOLA

    Anche l'altare come altre parti del Duomo e il mosaico di più parti, in particolare il frontale (paliotto) è ricavato da antichi amboni. Precedentemente a questo altare vi era un altare di tipo barocco
    La parte superiore dell'altare è un gioiello di architettura romanica, poggia su un quadrato ,che con i pennacchi negli angoli si raddoppia e diviene un ottagono, e successivamente da ottagono in poligono di 16 lati, il quale sempre raddoppiando diventa un ellittica a 32 spigoli che e sostenuta da 64 colonnine di marmo, tutte decorate da finestre e rosoni che si alternano.
    Il tipo di colore e dato dal tufo grigi e giallo usato.
    La parte esterna del tiburio di cui qui ne vediamo una foto e tutta ricamata con elementi policromi di pietra dolce bicolore, e diviso in due piani, dove in entrambi predomina il motivo ad arcate intrecciate.
    Ha una copertura finale conica con vari corsi di tegole.

    IL CROCEFISSO

    Il crocefisso collocato dietro l'altare, risale al 1500, precedentemente prima dei lavori di restauro era abbandonato alla parete a Sud del pulpito.

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