News su Casertavecchia e dintorni

Nel Borgo sventolano le lenzuola del "dissenso": i turisti trovano chiuso e se ne vanno, Pro Loco sotto accusa

Sembra un ornamento pittoresco appeso alla finestra di un’antica dimora del Borgo di Caserta Vecchia quel lenzuolo e, invece, è un messaggio di dissenso e protesta in bella vista. Sulla stradina che conduce nel cuore del Borgo, per coloro che provengono dalle macerie di quell’arco d’ingresso divelto da oltre un anno, svetta da tempo immemore un’accusa indirizzata alla Pro loco del luogo che avalla le ire dei locali cittadini nei confronti della succitata associazione. A leggere i vari commenti postati sui social, membri e simpatizzanti della Pro Loco del Borgo, incapaci per ora di confrontarsi pubblicamente in ordine alle scivolose critiche loro rivolte sulla base di fatti incontrovertibili, sembrerebbero ergersi a guardiani, gerarchi e podestà del Borgo con il placet di qualche uomo di chiesa e camaleontici intermediari. Gli stessi sostenitori della Pro Loco del Borgo fanno sapere che i vergognosi frantumi dell’arco divelto da Ecocar e il degrado dilagante non sono affatto un problema. Si tratta di personaggi a dire poco ambigui che, talvolta, si nascondono sui social dietro nomignoli di fantasia come “Wild”, volgare qualunquismo e gretta sufficienza di corte. Non sembra accettare indicazioni, consigli o rimostranze la Pro Loco di Caserta Vecchia che cova rancori e antipatie nei confronti di giovani attivisti, persone di buona volontà e alcune professoresse di Caserta che vorrebbero offrire, loro malgrado, il proprio contributo per valorizzare realmente e culturalmente il Borgo. Quello di proibire l’accesso all’associazione sembra essere un vero e proprio assillo delle sue ambigue maestranze che impongono veti e opposizioni anche a coloro che non hanno mai palesato alcuna velleità associazionistica come lo scrivente. “Altro che invidia, si tratta di una situazione davvero ridicola e paradossale che potrebbe nascondere insidiose reti di intese con ingerenze politiche ed interessi economici particolari locali”. E’ questo il condivisibile parere di un giovane lavoratore che chiama in causa l’alterigia ingiustificabile di un’associazione dal profilo fin troppo sfuggente, la Pro Loco. Intanto è stato opportunamente documentato che pochi giorni fa, dei turisti toscani in visita al Borgo di Caserta Vecchia si siano imbattuti nelle porte serrate di chiese e palazzi. Essi, dopo un caffè colmo di amarezze e delusioni vomitate senza remore fuori dai denti, sono tornati in città assolutamente disgustati. Come biasimarli! La signora Fierro, punta di diamante dell’associazione in oggetto, nel corso di un reportage televisivo andato in onda sul circuito Rai alcune settimane fa, ha illustrato un Borgo in “versione ridotta” opportunamente riveduta e corretta mediante una sofisticata operazione di maquillage e make up predisposta ad hoc, capace di celare agevolmente gravi omissioni, strafottenza amministrativa, irresponsabilità e una moltitudine di ombre. Stando all’opinione di alcune vigili e argute persone del luogo, “si tratta di un sacrificio gradito in primis dal commissario prefettizio e in seconda battuta da tutti coloro che hanno apposto una tacita ipoteca elettorale sul Borgo antico”. Senza entrare nel merito di quanto precedentemente segnalato e dell’intransigenza inspiegabile del priore del duomo del Borgo che, a suo dire riposa quando dorme il papa , non ci resta che segnalare con una nota di merito la solerzia delle giovani comunità di Casola e Pozzovetere . Esse, unitamente al parroco Valentino, si stanno spendendo per ripulire i territori limitrofi del Borgo e recuperare “le piccole cose” attraverso un’azione mirata e radicale. E’ opinione dello scrivente che tanto per la signora Pannwitz che per il conte Spencer sia stata una prodigiosa fortuna non scontrarsi con la Pro Loco a quei tempi. In alternativa, i due noti personaggi sarebbero scappati a gambe levate privandoci del fascino di un sito che appartiene alla comunità piuttosto che alla Pro Loco.

C'era una volta l'Epifania, rivelazioni dalle pietre del Borgo

 

L'Epifania dovrebbe essere un profondo momento di riflessione sui valori umani che oltrepassa luoghi comuni, consumismo e monopoli religiosi. Dal paganesimo al cristianesimo, l'Epifania ha sempre consacrato virtù fondamentali quali la gratitudine verso la Terra, la riconoscenza umana e il rispetto per gli animali. Riscoprire l'Epifania vuol dire lasciarsi incantare dal Tempo e dalle rivelazioni che le antiche pietre dei borghi medievali suggeriscono ancora oggi. Vivere appieno l’Epifania significa arricchire il proprio spirito e fugare le banalità correlate a questo giorno che andrebbe celebrato in ogni momento dell’anno senza pregiudizi né vincoli liturgici. Il fascino delle pietre non risparmia neppure le mura del Borgo di Casertavecchia. Le pietre di chiese, edifici, antiche dimore e nobili palazzi sono preziosi sigilli intrisi di storia. In epoca medievale tutte le pietre preziose venivano solennemente consacrate durante la notte dell’Epifania per propiziare all’umanità Fede e Misericordia. Alcune pietre finivano impropriamente sui paramenti sacri di prelati e sacerdoti per valorizzare e materializzare forse, una sacralità corrotta dalla dissolutezza. Altre pietre, apparentemente senza valore vincevano addirittura le incursioni del tempo ed esaltavano l’umanità raccolta intorno ai focolai per pregare e raccontare antichi prodigi. Meravigliose leggende che narrano di una notte, quella tra il cinque e il sei gennaio, nella quale agli animali custoditi tra le pietre delle stalle veniva dato, per incanto, il dono della parola. Un dono che i contadini temevano silenziosamente per gli eventuali disagi che taluni giudizi sull’umanità potevano ingenerare. La stessa paura e la medesima angoscia che oggi attraversa le nostre coscienze al solo pensiero di essere giudicati da un asino che schernisce l’ineffabile stupidità umana, la pochezza e le miserie del progresso. La notte dell’Epifania è da sempre un solenne momento di “rivelazione”. Lo è sin da i tempi precristiani del paganesimo, allorquando si onorava il sole raggiante di Apollo durante celebrazioni chiamate “compitali”. Anziane donne e vecchietti canuti narravano sotto archi di pietre consacrate dal tempo che si soleva appendere gomitoli e fantocci di lana alle porte e offrire focacce allo scopo di rendere grazie alla servitù per i preziosi servigi resi alla nobiltà e alla terra per i generosi raccolti. L’Epifania era dunque la notte della riconoscenza, un sentimento ancestrale che l’era moderna ha definitivamente eclissato dietro la pienezza del suoi vuoti assordanti. Tra le pietre consacrate dal tempo dell’Epifania si raccontavano storie di dignità che il genere umano ha oramai smarrito e delegato al mondo animale. Ecco perché l’Epifania si traduce nella confessione e nella diffusione di un annuncio che racchiude una scoperta, una sorta di segreto nell’accezione più profonda del suo significato. Le verità rivelate durante la notte dell’Epifania divengono ancora oggi previsioni e presagi svelati dagli anziani di comunità nordiche che cercano di scrutare il futuro tra i fumi di sfavillanti lingue di fuoco accese al cielo (guarda il video della rubrica dedicata all’articolo al seguente indirizzo: https://youtu.be/yhq46n7qhn4)

Ecocar, politica, Chiesa e istituzioni: chi si assume la responsabilità del degrado di Casertavecchia?

Bastano quattro chiacchiere intorno ad un caffè nero sorseggiato nei pressi del duomo di Casertavecchia per scorgere tutta l’inquietudine degli abitanti del luogo e i loro sentimenti furiosi. Si tratta di un disagio talmente fitto che si taglia col coltello, inasprito giorno dopo giorno come un frutto amaro e rancido. La componente più indicativa del malcontento covato dai cittadini del Borgo è certamente quella giovanile. Sono i giovani maggiorenni di entrambi i sessi che si arrangiano a lavorare con sacrificio, quando capita, in ristoranti e bar del Borgo a puntare il dito contro l’ipocrisia di clero ed istituzioni. Parla un giovane di Casertavecchia che sputa veleno mentre corregge un buon caffè alla crema di whisky e descrive con disarmante dovizia di particolari vicende stridenti, a suo dire vergognose. Il grado di abbandono sofferto dal Borgo negli ultimi tempi è oramai entrato nel sangue di ragazzi ed anziani del posto, culminando in accuse dirette e veementi tensioni mai metabolizzate. Si racconta che i turisti giunti da ogni dove per visitare la cattedrale di San Michele Arcangelo restino puntualmente con un pugno di mosche in mano di fronte alle maestose porte sbarrate della chiesa principale. Gli orari di visita al sontuosissimo duomo, indicati con tanto di avvisi affissi dal prelato che ne è responsabile, vengono puntualmente disattesi da anni nel totale disappunto di turisti e popolazione, impossibilitata a raccogliersi in preghiera nello storico luogo di culto. Stando alle proteste, l’aspetto più squallido delle discrasie orbitanti attorno alla faccenda è rappresentato dalle “manie di protagonismo sofferte dal clero vicino al duomo normanno. Un clero vischiosamente legato ai privilegi e al prestigio conseguito nel tempo, a prescindere da Fede e Religione”. Si racconta che è stato proprio il turismo religioso ad aver assunto nuovi slanci e crescenti consensi, in ragione della riapertura della piccola e suggestiva chiesa di San Rocco ad opera di un virtuoso frate volontario. “Una riapertura talmente scomoda e sgradita”, si narra, “da attrarre un flusso inatteso di fedeli di apprezzabile entità, soprattutto in ordine alla preziosa presenza delle reliquie del Santo. E’ stato spiegato che il consistente flusso di devoti dirottasse ingenti offerte pecuniarie verso la caratteristica chiesetta di San Rocco sottraendo conseguentemente, lustro, carisma e rimesse di cassa al più imponente duomo. Secondo gli abitanti del Borgo il prelato che soprintende la summenzionata cattedrale ha esercitato pressioni talmente ingombranti da indurre la chiusura della chiesetta predetta, pur di scongiurare il ridimensionamento “spirituale” del duomo e custodire gelosamente la propria centralità. E’ opinione diffusa che l’unico scadimento verosimilmente registrabile sia quello del buonsenso, sacrificato ancora una volta, all’altare di una sottocultura religiosa tipicamente medievale di chiaro stampo inquisitorio. Dalle opinioni raccolte sembra quasi di osservare una sterile disputa politica di becera fattura, tipica di partitini e movimenti extraparlamentari a capo dei quali millantano credito presunti leaders decaduti, ciascuno dei quali impegnato a difendere spasmodicamente il proprio minuscolo orticello. Uno scenario, quello che è emerso dallo sfogo furente della popolazione di Casertavecchia, a dir poco gretto, meschino e raccapricciante al medesimo tempo, di sicuro nocumento alla valorizzazione storico culturale del Borgo Medievale in oggetto. Si ha inoltre l’impressione che la lascivia amministrativa risalente all’amministrazione Del Gaudio si sia ragguardevolmente acuita in ordine al governo dell’attuale commissario prefettizio. Probabilmente troppo impegnato a disinibire le innumerevoli attività commerciali illegali ed irregolari imperversanti da tempo immemore in piazza Pitesti nel silenzio delle Forze dell’Ordine e soprattutto delle ondivaghe incursioni della Guardia di Finanza, il Comune lascia così spegnere il Borgo nel degrado più orribile. Lo evidenzia lo stato di abbandono marchiano della pineta antistante la via d’accesso al Borgo stesso e i troppi lampioni spenti da tempo immemore nei molteplici vicoletti incantati di Casertavecchia, vorticosamente piombati nelle tenebre tipiche delle tetre atmosfere ossianiche. Ma l’affermazione più autentica e sottile del menefreghismo governativo, a fronte del quale si conformano supinamente forze politiche di varia eziologia in vista di probabili alleanze e future elezioni, è rappresentato senza dubbio dalla pietosa permanenza delle macerie insidiosamente raccolte sul ciglio della scoscesa stradina d’ingresso al Borgo, appartenenti all’arco di pietra divelto da un mezzo dell’Ecocar diversi mesi or sono. E pensare che “curiosi esponenti di Ecocar” si stanno già dando un gran da fare per imporre a sorpresa la propria candidatura in liste elettorali predisposte da ignoti personaggi. Ma non era stata proprio la Ecocar a rassicurare l'opinione pubblica in merito all'assunzione delle proprie responsabilità?  Che pena quella suggestiva “Casa delle Bifore” letteralmente inghiottita dal buio e dall’indifferenza: un pugno negli occhi della storia della nostra terra e, al tempo stesso, un fragoroso schiaffo alla dignità di chi si è speso per animare le tradizioni del Borgo! Purtroppo borghi e frazioni del capoluogo di Terra di Lavoro hanno sempre rappresentato un ricettacolo di speculatori senza scrupoli a caccia di voti facili e comodi consensi. E questa crescente decadenza ne è il triste esito. Sono oramai sei lunghissimi mesi che lo scrivente invita l’ex consigliere comunale dottor Paolo Farina, politicamente vicino al dottor Gianpiero Zinzi, a prendere visione dei disagi che affliggono l’intera periferia casertana per porli al centro di un disegno politico integrato. Ma, purtroppo, il dottor Farina sembra voler cautamente attendere la campagna elettorale prima di materializzarsi ed esternare le proprie osservazioni. “La sedicente Destra casertana rinnovata nei contenuti qualitativi e sensibile alle problematiche della periferia” di cui proprio Farina è un illustre esponente, sembra temporaneamente glissare e prediligere aperitivi ed eventi che esulano dal sentimento popolare e dai problemi della città. E’ spiacevole venire a sapere dai giovani di Casertavecchia che anche la locale Proloco, come del resto tutta la politica territoriale, si sia serrata in una inaccessibile torre d’avorio. I giovani casertani del Borgo ricchi di idee e spirito innovativo descrivono la Proloco come una sorta di elite di magnati protesi ai potentati politici più che alle attive proposte dei cittadini. Il giovane abitante del Borgo che ci ha rivelato informazioni tanto preziose come quelle descritte si presenta come un ragazzo determinato, attivo, attento ai rivolgimenti locali nel tempo e confida che, probabilmente voterà “Cinque Stelle” alle prossime elezioni. E’ un monito significativo quello lanciato ma forse, non è abbastanza maturo da sopprimere la rassegnazione nella quale Terra di Lavoro sembra quotidianamente sprofondare.

Natale al Borgo: l'allegria dei ritmi dei bottari di Casertavecchia

Solo pochi gradi sopra lo zero, un micidiale vento tagliente e tanta allegria. Quella stillata dal ritmo travolgente dei bottari di Casertavecchia domenica 21 dicembre nella piazza principale del Borgo. Sembra quasi sentire lo strepito dei cavalli di cavalieri erranti avvicendarsi verso le gelide dimore di pietra. Rimbombano fragorosamente i colpi dei suonatori sulle botti di legno maestose collocate dinanzi alla imponente cattedrale normanna. Tremano i vetri delle casette affastellate sui vicoli brulicanti di luci. Le mura illuminate sembrano ergersi sontuosamente tra le armonie di antiche tammorre e motivi della tradizione napoletana. La gente balla sotto le stelle sprezzante del freddo che taglia volti segnati da affanni quotidiani e delusioni finalmente sopite. Donne e uomini deliziati dall' atmosfera senza tempo del Borgo si riappropriano finalmente del proprio entusiasmo e, per pochi momenti, danzano per celebrare la vita. Questo e' il senso della festa e del Natale che si respira  a Casertavecchia dove, nonostante tutto, si scorge ancora la spiritualita' e l' essenza della tradizione popolare. Ad attrarre i visitatori estasiati e' sempre l' animazione sospesa che trapela dai sentori storici del sito incantato. Completa il meraviglioso panorama natalizio un susseguirsi di fuochi scoppiettanti, vetrine colorate dai magici spiritelli, mostre di quadri, esposizioni di piante verdeggianti, deliziose bancarelle e profumatissimi dolci. Gli autentici aromi del tempo suggeriscono la natura autentica di una citta' che non si rassegna al malcostume del suo malgoverno e ricerca nelle sue vicende passate e nei popoli che la dominarono le sue radici profonde e la sua dignità. Leggi l'articolo anche ai seguenti links

http://casertanewseconomia.jimdo.com/gazzetta-di-caserta-antica/

http://www.radice.ce.it/attualita/5678-casertavecchia-rivive-il-natale-al-ritmo-dei-bottari.html

http://www.ilcasertano.it/foto-notizia/casertavecchia-festa-natale-suono-allegro-dei-bottari/

 

Echi & Voci dal Borgo di Casertavecchia

Guarda la Settima Puntata della Video Rubrica dal Titolo "Avidi & Impavidi". La Video Rubrica è ospitata dal Portale di Informazione di Terra di Lavoro "Paesenews" ed è dedicata a Casertavecchia. Clicca sul seguente link di Youtube:  http://m.youtube.com/watch?v=DOJoXBe25KQ

Passeggiare fra le viuzze di Caserta Vecchia è un’esperienza unica nel suo genere non solo per l’amenità degli abbondanti scorci medievali, ma soprattutto per l’attualità storica che evocano alcune testimonianze. La dominazione sveva del Borgo suggerisce immediatamente l’intento di Federico di Svevia, di suo padre e di suo nonno Federico Barbarossa di costruire un Impero Universale svincolato dai poteri locali e dalle ingerenze ingombranti della Chiesa. L’UE, proiezione dello stesso intento tedesco di supremazia economica e politica di un tempo, obbedisce a fini identici, passando per lo strapotere finanziario della BCE. Anche il mezzo predisposto dai teutonici per l’affermazione della propria egemonia è identico, nel Medioevo come oggi: la tassazione parossistica di redditi e attività produttive finalizzata alla sottomissione. Del resto la tirannide monetaria che la tedesca BCE pratica addebitandoci gli euro che emette assumendone illegittimamente la proprietà trova riscontro all’epoca dell’imperatore germanico, allorquando egli pagava stipendi e compensi in monete di cuoio assumendone la potestà finanziaria assoluta. Un pò come dire che dai tempi delle Costituzioni Melfitane riconducibili all’imperatore tedesco nel 1230 all’UE odierna nulla è cambiato, neppure la povertà. I poveri, i diseredati, gli umili del Borgo e delle limitrofe frazioni, ricchi solo della propria dignità e parsimonia, solevano unirsi in matrimonio e in preghiera durante le cerimonie religiose nella suggestiva chiesa dell’Annunziata di Caserta Vecchia. Un cammeo d’arte gotica e spiritualità, le cui innumerevoli vicissitudini storiche come incendi e devastazioni richiamano quelle di indigenti, sfortunati e bisognosi che vi si raccoglievano in religioso silenzio. Oggi alcune chiese del distretto casertano e di altri circondari, affrancate dagli obblighi di solidarietà e carità cristiana in nome della volgare opulenza del clero e degli innumerevoli benefici gratuiti ad esso riconosciuti dallo Stato arruffianato e complice d’intrallazzi, espongono in lucide bacheche lignee profumate d’incenso un dettagliato “tariffario” per l’accesso ai sacramenti. In nome di questa profonda dissacrazione che fa della Croce un servizio sotteso alle leggi della domanda e dell’offerta, oggi la Chiesa condanna in combutta con il governo la chiusura degli esercizi commerciali nei giorni festivi. Torna quindi l’inquisizione in versione riveduta e corretta per asservire ai capricciosi vezzi dei porporati, la massa e la ragione. Senza contare che il lavoro domenicale, talvolta, è l’unico espediente per sopravvivere onestamente, o pagare balzelli e tributi che finanziano agi, sperperi e debiti che Stato e Chiesa condividono in astrale coincidenza. Non a caso il papa revocò la scomunica a Federico di Svevia quando i loro interessi economici e politici divennero due facce della stessa medaglia. Il Borgo di Caserta Vecchia, dunque, racconta da solo tutta la storia che ancora non è stata scritta e che pochi hanno osato comprendere. In autunno possono cadere pregiudizi e false credenze come cadono del resto le foglie dagli alberi: è il momento giusto per conoscere l’ anima nascosta del tempo che il Borgo da sempre rivela a chi riesce a leggere oltre.

Nando Silvestri  http://www.casertanewseconomia.jimdo.com  (Gazzetta di Caserta Antica)

Buoni Sconto, boom in provincia di Caserta: ecco le premesse per le Monete Locali

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Casertavecchia e le torri veronesi: antiche storie di Borghi ancora attuali

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Vini della provincia di Caserta: riconosciute eccellenze senza valorizzazione

Grazie alla sua notevole estensione la provincia di Caserta non è solo un’area compresa nei territori infestati dai rifiuti di ogni tipo, più marcatamente riferibili a quelli della provincia di Napoli. Non è solo suicidi indotti dall’insolvenza e dall’austerità economica in sconcertante numero.... Leggi altro>>>>

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CASERTAVECCHIA, IL RISORGIMENTO E L'ATTORE CASERTANO MASSIMILIANO DAU

Mille miglia distanti dalla sottocultura che il primo cittadino di Caserta infittisce progressivamente con le solite proposizioni evirate diffuse quotidianamente per sottrarre all’attenzione della popolazione la reale percezione dei problemi del capoluogo.....

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Caserta, frazioni, borghi, diritto alla salute e alla sicurezza: la denuncia di Nando Silvestri

Sulla scia delle indicazioni pretestuose e strumentali elargite da Del Gaudio in campagna elettorale secondo le quali “servirebbe protestare”, risulta più che legittimo lamentarsi dell’oltraggio che egli perpetua con impudenza.....

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Mercoledi 8 Maggio 2013: la cultura incontra la gastronomia di Caserta

Da sempre la gastronomia del nostro territorio racchiude un coacervo di valori dalle profonde radici culturali e storiche che di tanto in tanto è doveroso recuperare, riscoprire e approfondire.

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ALLA RISCOPERTA DEI NORMANNI PER IL RINNOVAMENTO

La storia, da sempre guida maestosa dell’umano pensiero, non smetterà mai di saziare la nostra avidità di sapere attraverso quelle cicliche armonie che il filosofo Vico amava definire “ricorsi”. E’noto che....

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Caserta. I Racconti del Borgo a Casertavecchia

Domenica 21 aprile 2013, ore 10:00. Tra vicoli, cortili, antiche mura medievali e imponenti palazzi signorili. La visita guidata si fonderà all’emozione narrata quando l’attore Enzo Varone, nella chiesetta dell’Annunziata e successivamente nel salone interno del Castello renderà il pubblico partecipe di due antichi racconti tratti dal Decamerone di Boccaccio e dai Racconti di Canterbury di Chaucer

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Casertavecchia, una "Lectio medievalis" con gli studenti del Liceo Giannone il 16

Martedì 16 Aprile, presso la Cattedrale di Casertavecchia sarà presentata una <Lectio medievalis>

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Degrado a casertavecchia e dintorni...

Degrado dilagante dalla periferia a Casertavecchia. Le amministrazioni hanno disincentivato lo sviluppo di territori cruciali per il turismo della nostra città /Gazzetta di Caserta del 29 marzo 2013

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